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Drone, Basta lobbisti.

30/6/2015

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Olivier Fontaine.
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L'RPAS2015 di UVS international  22-25/06/2015 cos'è sucesso?
ABSTRACT: Al momento in cui scrivevamo la nostra conferenza non potevamo sapere di aver centrato così bene lo spirito del RPAS2015. Si è scoperto che l’elaborazione delle regole a livello Europeo non va avanti principalmente per causa dei lobbysti. E senza regolamentazioni, non si lavorerà mai bene. Il fatto è stato sentitamente denunciato da Alain Sivel, il chairman della JARUS.  Pertanto Sapritalia, al margine del RPAS2015, ha avuto con la JARUS, la commissione Europea e tutti partecipanti alcuni incontri bilaterali. Abbiamo potuto dibattere di persona con le più alte istanze i problemi più urgenti dal punto di vista degli operatori.

I cambiamenti in corso:

Sapevamo da questo inverno che c’era qualche problema, anche per UVS international. Tanto è che già a Montreal, avevamo scelto il tema della nostra conferenza. Ci sembra infatti che si faccia di tutto per mettere i piccoli operatori in difficoltà. Più di un colosso infatti se n'è andato da UVS, non rinnovando l'iscrizione annuale. La tendenza è generale, e qualcuno lo avrà notato anche in Italia, dove infatti molte grandi aziende chiedono più regole. Il che mette gli altri in difficoltà. Fa parte del gioco, dirà qualcuno, ma il padrone della JARUS ha parlato apertamente del problema e, se fossi un lobbista, a questo punto tacerei per un può. Anche noi nella nostra conferenza lo abbiamo denunciato, riferendoci ai lavori del professore Van den Abeele, pubblicati dall’ETUI (European Trade Unione Institute). link
Dall’altro lato si è notata una netta tendenza alla responsabilizzazione della comunità presente. I dibattiti, l’ultimo giorno in particolare sul R&D e sugli aspetti del risk, erano davvero sereni. Abbiamo vissuto un RPAS2015 all’insegna del cambiamento di marcia. Lo avevamo richiesto al workshop di Berna ed è stato accolto. Sono stati contemplati tutti gli aspetti delle nostre attività e non più solamente il punto di vista dei costruttori. La parola “industria del RPAS” sta iniziando a prendere un senso. E di conseguenza, si sta creando un ambiente, più favorevole alle PMI, alle micro aziende e agli operatori in generale. 
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il belgio:" C'è chi è messa peggio di noi".

È utile a questo proposito raccontare i due primi giorni di incontri. Il primo giorno è stato appunto dedicato al Belgio. Come ho già scritto, è stata raccontata la disastrosa situazione in cui si trova questo paese sul fronte dei SAPR.
Per cominciare la BCAA (Belgium Civil Aviation Authority), è costituita da un’unica persona, completamente senza risorse. Pensate che non ha il budget per andare alle riunioni dell’EASA che si svolgono ad un'ora di treno da Bruxelles e che la BCAA è sprovista di un esemplare del DOC10019 dell’ICAO …  Le beghe Belghe esistono e dobbiamo ritenerci fortunati ad avere una regolamentazione in Italia.  
I progetti Belgi però, a colpi di eccezioni, quando vanno, vanno alla grande. Due scuole, l’una Fiamminga e l’altra Vallone, ci hanno congiuntamente presentato i loro progetti didattici.
Poi il responsabile di “DronePort”, ci ha presentato un progetto ben strutturato per Sin Truinden, un ex base dell'aeronautica militare Belga di non meno di 475ha, che sembra in grado di fare concorrenza al progetto di ADP (Aeroport De Paris) di cui abbiamo sentito parlare ultimamente.  
Molto interessante anche la comunicazione sulla “security” ed il terrorismo, questa volta studiata in modo molto approfondito.

I dibattiti:

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Le buone notizie sono emerse dai dibatti organizzati da UVS international, che ha invitato la Commissione Europea, l’EASA, la JARUS ma anche un responsabile del programma SESAR. 

Prima ad intervenire nel dibattito è stata l’Europa.
La “DG Move” nonché la DG Growth della commissione Europea, sta ultimando il progetto quadro basato sulle tre categorie: open, specifica e certificata. Sembrano ottimisti sull’andamento della questione.
All’Europa abbiamo posto una domanda articolata in questi termini, utilizzando lo schema di ragionamento del relatore di DG Move, strutturato su tre livelli. “È condivisibile che il primo livello sia identificato con la regolamentazione, il secondo con la standardizzazione e il terzo con i posti di lavoro che la società sta aspettando?  In tale contesto, possiamo avere qualche garanzia che l’Europa prenderà delle decisioni?”
In seguito l’EASA in un suo intervento ha preso una posizione sorprendente, critico nei confronti del “vecchio spirito aeronautico”.
Ma soprattutto si pongono la questione di mettere in discussione la definizione dei mezzi utilizzati nell’ambito della categoria “open” come mezzi non facenti parte dell’aeronautica. Questo significherebbe un terremoto per i principi approvati a Montreal dall'ICAO. Deduciamo quindi che la questione dei limiti delle operazione di tipo “open” è in fase di discussione, probabilmente molto accesa. Infine, l'EASA ha annunciato una campagna di consultazione pubblica con la comunità RPAS.
Dunque,  la JARUS si strutturerà probabilmente in un'organizzazione, in modo da poter assumere delle responsabilità: ad esempio, al suo interno si strutturerà con un segretariato permanente. Ci sembra positivo che abbiano deciso di darsi degli statuti, il che è una delle condizioni per poter anche essere riconosciuta dall’ICAO e dell’EASA.
Come ben descritto dal suo Chairman, la JARUS dovrebbe avere più o meno la stessa funzione della defunta JAA. Quindi è ipotizzabile che potrebbe durare anche 30 anni e in ogni caso, il tempo necessario per mettere completamente in moto tutte le regolamentazioni armonizzate. La principale differenza, tuttavia, è che la JARUS diventa internazionale e non Europea come lo era la JAA: oggi la JARUS è costituita infatti da membri del mondo intero. Intanto la JARUS ha creato diversi gruppi di lavoro che opereranno anche con stakeholders, tuttavia con la condizione espressa che non si comportino da lobbisti.
L’ultimo giorno, è stato il turno di un responsabile SESAR che si è addirittura dimostrato aperto all’uso delle nuove tecnologie basate su internet, sull'informatica e l'elettronica. Per questo abbiamo posto una domanda a proposito del case-study del FLARME, già utilizzato da più di 10 anni in Francia e Svizzera.    
L'ultimo giorno: Abbiamo concluso i dibattimenti trattando la forte problematica del data base incidenti. Si tratta sempre di una ferita aperta nel mondo dei droni: la necessità di segnalare un incidente avvenuto, entra in conflitto con le sanzioni. Per questo l'aggiornamento del data base non procede.
Crediamo che senza una vera organizzazione delle Associazioni Nazionali, il problema rimarrà aperto. Di questo argomento ha largamente approfittato UVS per esprimere la sua diffidenza nei confronti delle Associazioni che non fanno il loro lavoro.

Conclusione:
Abbiamo in diverse occasioni fatto valere il nostro punto di vista, anche critico. Abbiamo sostenuto che è tempo delle decisioni e che gli industriali devono fissare gli standard e trovare i dovuti compromessi. Senza standard le regolamentazioni sono in panne, con la conseguente impossibilità per tutti gli operatori pubblici e privati di lavorare.
Dobbiamo adesso solo sperare che la Commissione Europea  faccia tacere i lobbisti e che i responsabili della JARUS abbiano finalmente il tempo di lavorare come si deve.
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    Olivier Fontaine 
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